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Farmaci e sistema visivo: effetti collaterali da riconoscere e gestire

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Farmaci e sistema visivo: quando la terapia colpisce la vista

Farmaci e sistema visivo. Anche i farmaci utilizzati secondo le corrette indicazioni terapeutiche possono provocare reazioni indesiderate, talvolta gravi e persistenti.

Tra queste, non vanno sottovalutati gli effetti collaterali a carico dell’apparato visivo, che possono interessare qualunque struttura oculare, dalla superficie esterna fino al nervo ottico.

La conoscenza di tali effetti è fondamentale per l’oculista, chiamato a riconoscerli precocemente e ad adottare strategie di gestione in sinergia con gli altri specialisti coinvolti nella terapia del paziente.

Meccanismi d’azione e fattori predisponenti

L’impatto dei farmaci sul sistema visivo dipende da diversi fattori.

Alcune molecole, in particolare quelle lipofile, attraversano facilmente la barriera emato-retinica e si accumulano nei tessuti oculari, dove possono esercitare effetti tossici diretti o indiretti.

La tossicità può essere influenzata da comorbilità come insufficienza renale o epatica, da una predisposizione individuale legata a variabilità genetiche, e dalla presenza di altre terapie concomitanti.

Effetti avversi possono comparire anche a distanza di tempo dall’inizio della terapia, e talvolta sono evidenti solo dopo una somministrazione prolungata.

La diagnosi si basa spesso sulla correlazione temporale tra l’uso del farmaco e l’insorgenza dei sintomi oculari, oltre che sulla risposta alla sospensione e, se necessario, alla reintroduzione controllata del principio attivo.

Alterazioni della superficie oculare

Palpebre, congiuntiva e sistema lacrimale sono frequentemente coinvolti nelle reazioni avverse da farmaci.

L’isotretinoina, ad esempio, è responsabile di blefarocongiuntivite, iperemia e secchezza oculare dovuta ad atrofia delle ghiandole di Meibomio.

La cloropromazina e la minociclina possono indurre discromie delle palpebre o della sclera, mentre i bifosfonati e altri farmaci oncologici sono associati a edema e congiuntivite.

Molti principi attivi influenzano direttamente la produzione lacrimale, compromettendo la stabilità del film lacrimale e predisponendo alla sindrome dell’occhio secco. Questo effetto è ben documentato per beta-bloccanti, antistaminici, antidepressivi e contraccettivi orali.

Cornea e cristallino: danni strutturali e funzionali

Le alterazioni corneali e cristalliniche sono spesso conseguenza di trattamenti prolungati.

I corticosteroidi, se somministrati per via topica, sistemica o anche inalatoria, possono rallentare la cicatrizzazione e favorire la comparsa di opacità sottocapsulare posteriore.

L’amiodarone è noto per causare cheratopatia verticillata, una condizione reversibile ma potenzialmente disturbante per la visione.

Altri farmaci, come l’indometacina, la clorochina e la cloropromazina, provocano depositi corneali o alterazioni pigmentarie che, pur non sempre compromettendo la vista, possono essere suggestive di una tossicità accumulativa.

Particolarmente delicato è l’equilibrio tra la necessità terapeutica e il rischio visivo, da monitorare attentamente.

Farmaci e sistema visivo: effetti sulla retina

La retina è particolarmente sensibile ad alcune molecole, soprattutto in presenza di fattori predisponenti.

La clorochina e l’idrossiclorochina, comunemente usate in reumatologia, sono associate a retinopatie maculari dose- e tempo-dipendenti. Il rischio aumenta in caso di insufficienza renale o in associazione al tamoxifene.

Anche i farmaci oncologici possono danneggiare la retina. Il tamoxifene può determinare alterazioni maculari con depositi parafoveali e pseudocisti.

Gli inibitori di MEK, utilizzati per il melanoma metastatico, sono associati a distacchi sierosi retinici bilaterali e transitori. In altri casi, come con interferone alfa o taxani, si osservano edema maculare o retinopatie ischemiche.

Nervo ottico e vie visive

Il nervo ottico è un altro bersaglio potenziale degli effetti collaterali farmacologici. L’etambutolo, impiegato contro la tubercolosi, è noto per indurre una neuropatia ottica dose-dipendente, che si manifesta inizialmente con alterazione della percezione cromatica.

Anche l’amiodarone può causare edema del disco ottico e riduzione bilaterale dell’acuità visiva. In entrambi i casi, il recupero funzionale può richiedere mesi e non sempre è completo, rendendo indispensabile un monitoraggio oftalmologico regolare durante la terapia.

Farmaci topici: colliri e iniezioni intravitreali

Numerosi effetti indesiderati derivano anche dai farmaci somministrati direttamente a livello oculare. Colliri anestetici, antibiotici, cicloplegici e ipotonizzanti possono determinare reazioni allergiche, cheratiti puntate, secchezza oculare, e in alcuni casi effetti sistemici.

Particolarmente insidiosi sono i corticosteroidi topici, responsabili di ipertono oculare e cataratta iatrogena. Le prostaglandine, ampiamente utilizzate nel trattamento del glaucoma, possono causare iperemia, pigmentazione dell’iride, crescita anomala delle ciglia ed edema maculare.

Gli inibitori dell’anidrasi carbonica e gli alfa-agonisti possono provocare irritazione, offuscamento visivo e allergie.

Anche le iniezioni intravitreali, pur generalmente ben tollerate, non sono prive di rischi: emorragie, aumento della PIO, endoftalmiti e, più raramente, distacchi retinici richiedono attenzione e follow-up.

Farmaci e sistema visivo: il ruolo dei conservanti

I conservanti presenti nei colliri multidose, in particolare il benzalconio cloruro (BAK), sono sempre più al centro dell’attenzione clinica.

L’uso cronico di farmaci contenenti BAK è correlato a una maggiore incidenza di sindrome dell’occhio secco, danni alla superficie oculare, instabilità del film lacrimale e reazioni infiammatorie.

Le formulazioni senza conservanti, oggi disponibili anche in flaconi multidose, rappresentano una valida alternativa, soprattutto nei pazienti in terapia cronica, come i glaucomatosi. La transizione verso questi prodotti migliora significativamente la tollerabilità e la qualità di vita del paziente.

Una visione d’insieme per tutelare la salute oculare

La tossicità oculare da farmaci è una realtà complessa e ancora spesso sottostimata. Ogni oculista dovrebbe considerare con attenzione la storia farmacologica del paziente, mantenere alta l’attenzione su sintomi apparentemente aspecifici e promuovere un dialogo costante con il medico prescrittore.

Una gestione oculistica integrata, basata sulla prevenzione e sul monitoraggio, può fare la differenza nella tutela della funzione visiva e nella qualità dell’assistenza al paziente cronico.


Il contenuto di questo articolo è tratto dalla lezione ECM “Farmaci: effetti collaterali sul sistema visivo”, curata dal Dott. Mauro Cassinerio (ex Dirigente Responsabile U.S.C. Oculistica ASST-Rhodense). Il materiale originale fa parte del Percorso Formativo Professione Oculista 2025. I contenuti sono utilizzati con finalità divulgative e restano di proprietà dei rispettivi autori.

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