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Dislessia e implicazioni visive

Dislessia e Oftalmologia

Un argomento ricco di dibattiti riguarda la dislessia evolutiva da un punto di vista prettamente d’interesse oftalmologico.

Negli ultimi anni si è riacceso l’interesse sul coinvolgimento del sistema visivo. Nello specifico sull’aspetto visuo-percettivo, che solitamente non viene indagato durante una visita oculistica o ortottica di routine.

Si tratta di un argomento ricco di dibattiti con la comunità scientifica ancora alla ricerca di risposte concrete.

Nell’immaginario collettivo si tende a definirla una malattia. Si tratta in realtà di una vera e propria forma di neuro-diversità costituzionale.

Si ripercuote sul percorso scolastico, sulla qualità della vita e sullo stato psicologico dei nostri pazienti.

I disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) sono disturbi legati al neurosviluppo.

Si osserva una discrepanza tra intelligenza e abilità scolastiche, a sfavore di queste ultime, che vanno a interessare la lettura (dislessia), la scrittura (disgrafia, disortografia) e il calcolo (discalculia).

Secondo le stime della Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza i DSA riguardano il 2,5-5% della popolazione italiana, con una prevalenza di diagnosi di Dislessia Evolutiva e con un rapporto maschi-femmine di 3:1.

Ovviamente il disturbo tende a manifestarsi nel momento della scolarizzazione, in concomitanza con la fase di apprendimento.

Nei soggetti affetti da #DSA si osserva una discrepanza tra intelligenza e abilità scolastiche, che vanno a interessare la lettura (#dislessia), la scrittura (#disgrafia, #disortografia) e il calcolo (#discalculia) | #ECM Condividi il Tweet

Il sistema magno (M) e parvo (P) cellulare

L’elaborazione delle immagini in tutti i loro aspetti, viene compiuta da due vie visive parallele:

  • la via Magnocellulare
  • la via Parvocellulare

Entrambe prendono origine fin dalla retina, proseguono nel CGL per poi arrivare alla corteccia visiva primaria (V1) e alle cortecce extrastriate.

Il sistema Magnocellulare è definito “via del dove” e fornisce informazioni circa la localizzazione spaziale degli stimoli. Questa via ha origine nelle cellule gangliari di tipo M della retina.

Il sistema Parvocellulare definito “via del cosa”, fornisce informazioni circa la forma ed il colore degli stimoli. Questo sistema nasce dalle cellule P della retina.

L’elaborazione delle immagini: via Magnocellulare e via Parvocellulare. Entrambe prendono origine fin dalla retina, proseguono nel CGL per poi arrivare alla corteccia visiva primaria (V1) e alle cortecce extrastriate | #ECM #DSA Condividi il Tweet

Le ipotesi del coinvolgimento visivo nella dislessia evolutiva

Il sistema M dimostra una maggiore sensibilità al contrasto alle basse frequenze spaziali e alte frequenze temporali. Risulta poco attento ai dettagli e molto più sensibile ai cambiamenti rapidi nel tempo.

Le cellule appartenenti a questo gruppo dimostrano un picco di scarica quando uno stimolo luminoso compare nel campo visivo, cui fa seguito una riduzione della risposta ed una successiva risalita alla sua cessazione.

Per questo motivo il sistema M è stato definito transient e come tale veicola la percezione del movimento. E’ responsabile del cosiddetto tempo di persistenza visiva.

Il sistema M dimostra una maggiore sensibilità al contrasto alle basse frequenze spaziali ed alte frequenze temporali. Le cellule del sistema M hanno un picco di scarica quando uno stimolo luminoso compare nel campo visivo | #DSA #ECM Condividi il Tweet

Proprio basandosi su queste caratteristiche (ridotta sensibilità al contrasto, deficit della percezione del movimento ed allungamento del tempo di persistenza visiva) i sostenitori della teoria delle disfunzioni visuopercettive cercarono di attribuire il nesso causale tra deficit magnocellulare e compito lessicale.

Purtroppo i risultati ottenuti da questi studi clinici sono piuttosto contrastanti.

Non hanno affrontato direttamente la questione di come un malfunzionamento delle cellule ganglionari della via visiva possa interferire con il compito lessicale (Chase et al 2005), senza dilungarci ulteriormente, lo scopo successivo della ricerca è stato di stabilire se le cellule transient siano mediatrici di una azione più vicina alla lettura e quindi sulla programmazione e genesi di movimenti oculari fini19.

Riabilitazione visiva e trattamenti proposti per la dislessia

Dato il crescente interesse per le alterazioni visuo-spaziali come teoria parallela che concorre al verificarsi della dislessia, negli ultimi decenni sono emersi numerosi protocolli riabilitativi a interesse visivo.

In linea generale le condizioni visive che facilitano il compito di lettura risiedono in alcuni aspetti quali: acutezza visiva, vizi refrattivi, motilità oculare estrinseca, accomodazione, senso stereoscopico, visione binoculare, stabilità di fissazione.

In caso di deficit a carico di una di queste funzioni, il compito lessicale può risultare difficoltoso, ma come sappiamo e come riportato in letteratura, una risoluzione di questi deficit non è determinante a migliorare la condizione di dislessia nei nostri pazienti.

Ad oggi le tecniche riabilitative si possono suddividere così:

  • terapie funzionali
  • training visivo dei movimenti oculari
  • training visuopercettivo
  • terapie farmacologiche.
#Dislessia e #DSA. Ad oggi le tecniche riabilitative si possono suddividere in: terapie funzionali, training visivo dei movimenti oculari, training visuopercettivo, terapie farmacologiche | #ECM #Oculisti Condividi il Tweet

Strategie compensatorie

Nel tempo è stato proposto l’utilizzo di mezzi ottici per favorire e normalizzare la lettura del soggetto dislessico.

Per esempio sono stati introdotti protocolli riabilitativi con l’utilizzo di filtri colorati, lenti positive e correzioni prismatiche

Al momento però non vi sono sufficienti dati che confermino la loro efficacia e quindi l’utilità nel migliorare la condizione dei nostri pazienti.

Conclusioni

La complessità delle manifestazioni cliniche dei soggetti affetti da DSA e le evidenze scientifiche raccolte negli ultimi anni, hanno permesso di mettere in risalto l’importanza di un approccio multidisciplinare.

Ancora oggi i protocolli di diagnosi e riabilitativi sono limitati alla sola valutazione dell’aspetto fonologico.

È ormai chiaro come anche l’aspetto visivo si intrecci nella definizione di tutti quei meccanismi che il solo percorso linguistico non può sopperire. Il ruolo dell’oculista può rivelarsi fondamentale per una diagnosi precoce di dislessia.

Sulla base di quanto riportato, le alterazioni d’interesse visivo sono l’instabilità di fissazione, il mascheramento laterale, l’effetto affollamento, l’alterazione anisotropa della percezione dei rapporti spaziali che causano un’anomala analisi della parola e della scomposizione dei singoli costituenti.

In aggiunta potremmo dire che vi è un problema a livello globale nel riconoscere la configurazione della parola come un tutt’uno e nel sintetizzare i singoli costituenti una volta completata la loro scomposizione analitica.

Il dualismo del problema nell’analisi del testo o nella sua sintesi crea una compromissione percettiva della processione lessicale.

Ovviamente l’argomento richiederebbe un’ulteriore analisi e approfondimento.

Ci auspichiamo che prosegua la curiosità nei confronti di un problema sempre più presente nella popolazione e che limita il normale svolgimento della vita delle persone che ne soffrono.

#Dislessia, #DSA e approccio multidisciplinare: il ruolo del Medico #Oculista può rivelarsi fondamentale per la diagnosi precoce | #ECM #FAD Condividi il Tweet

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Articolo tratto dalla lezione del Percorso Formativo Professione Oculista del Dr. Davide Vaglia “Dislessia e implicazioni visive”

Per approfondire l’argomento richiedi subito la versione integrale della lezione.

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